Le parole dei discorsi di Putin: "Genocidio", "Drogati", "Moscerini"
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Le parole dei discorsi di Putin: “Genocidio”, “Drogati”, “Moscerini”

Militare Russia

Nei suoi discorsi, Putin usa un dizionario specifico, con parole che non cambiano. Dalla dichiarazione di guerra, il leader del Cremlino ha usato delle parole molto selezionate, volte a definire Zelensky e l’Ucraina in un modo ben preciso.

I discorsi del leader del Cremlino sono impostati in un modo tale da avere un’idea dell’Ucraina ben precisa, che non li fa passare da vittime ma, al contrario, come responsabili e “meritevoli” di questa guerra. Ogni volta che Putin parla dell’Ucraina lo fa in un modo preciso. Espressione solenne, parole solenni e forti. Ecco un dizionario del lessico di Putin, per capire meglio come funziona la propaganda del Cremlino.

Denazificazione

Putin parla della sua guerra come una missione, volta a “denazificare” l’Ucraina. Questo poiché gli ucraini, per Putin, hanno attentato alla vita degli abitanti del Donbass. Da ciò, l’Ucraina va “denazificata”. Una ricostruzione della storia piuttosto fantasiosa. L’idea di Putin è quella di legittimare storicamente le sue malefatte, in modo da giustificare la sua invasione in terra ucraina. Da ciò, se si è un nemico della Russia, si è un nazista.

Drogati

Per Putin, non c’è niente di peggio di essere un drogato. Questo è il termine dispregiativo usato contro gli ucraini, definiti “tossicodipendenti e drogati neonazisti” già il 25 febbraio. Il disprezzo provato da Putin per i tossicodipendenti si vede nel fatto che, in Russia, vengono usati dei metodi terribili nei loro confronti. Il metadone per i dipendenti dall’eroina è illegale, e le terapie sono antiquate.

Militare Russia
Militare della Russia
Leggi anche
La Camera chiede un aumento delle spese militari: 104 milioni al giorno

Difesa

Putin parla di difesa della Russia molto spesso. Questo poiché lui giustifica così l’invasione militare speciale nei confronti dell’Ucraina e quello che ne consegue. Questo è realmente un punto fondamentale della strategia ideata da Putin. Le minoranze della Russia al di fuori dai confini del Paese sono dunque un pretesto per rivendicare la compattezza e unità della nazione. Bisogna dunque difendere i russi, seppure nessuno li minacci. Questo è l’ideale patriottico del leader del Cremlino.

Genocidio

Vladimir Putin ha definito in questo modo quello che, a suo parere, è accaduto nei territori filorussi che si trovano nell’est dell’Ucraina. Da quando l’esercito russo ha cominciato a prepararsi alla guerra, questa accusa senza alcun fondamento ha riecheggiato di continuo. E non è nulla di nuovo. Putin usò originariamente questo termine nel 2008 al fine di giustificare il suo intervento in Georgia, volendo “proteggere dal genocidio” la popolazione dell’Ossezia del Sud. “Andiamo in soccorso dei nostri fratelli”. Dal 2008 al 2022, non è cambiato niente.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 17 Marzo 2022 17:00

La Camera chiede un aumento delle spese militari: 104 milioni al giorno

nl pixel